Preziosissimo Sangue

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Verso la fine degli anni 50, insieme ad alcuni amici laici e cattolici, si istituisce alla Canalina, una formula abitativa nuova che offre la possibilità di realizzare un nuovo sistema di vita e di educazione comunitaria. Nasce così la cooperativa edilizia 18 giugno per la costruzione del villaggio Nebbiara.

“Si pose immediatamente il problema del servizio religioso. Scartata l’idea di una cappella legata al gruppo di nuove abitazioni, ci sembrava più giusto inserirsi nella realtà territoriali esistente e promuovere un’azione volta alla costituzione di una nuova parrocchia in periferia.

Negli anni successivi si stabiliscono i primi accordi con Don Angelo Cocconcelli parroco di San Pellegrino in cui era inserito il territorio. La costituzione di una nuova parrocchia trova subito obiezioni del vecchio gruppo dirigente di azione cattolica di San Pellegrino.

Si tentano accordi con la famiglia Magawly e la famiglia Barchi che ha una piccola cappella nella sua proprietà, in questa cappella l’11 luglio del 1960 inizia l’ufficio liturgico con la Santa messa quotidiana e quella Festiva.

 “11 luglio 1960 “questa mattina abbiamo avuto la prima messa feriale a Nebbiara con la presenza di 15 persone alle ore 6:30. C’era anche la (…)  e spero che le prossime mattine venga anche la mamma. Ieri, nonostante il distacco per me doloroso da te e dei bambini, è stata una buona giornata per l’inizio della Santa messa a Nebbiara. Le offerte raccolte ieri erano di lire 3000 e quelle di stamattina è di 580 sufficienti a pagare la Santa messa e le candele.”

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Don Baisi offre la sua collaborazione per l’istituzione di una nuova realtà e acquista la terra per costruire una nuova chiesa di periferia dedicata al Preziosissimo Sangue per volontà di suo padre.

Nel 1963 il vescovo Beniamino Socche, posa la prima pietra e affida la cura stabile della parrocchia agli oblati che fanno capo a Don Magnani

Nel 1966 monsignor Gilberto Baroni da un anno vescovo di Reggio, inaugura solennemente la chiesa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, l’assistenza stabile e affidata a don Creardo Cabrioni che segna il punto massimo di comunione tra parroco e fedeli.

La parrocchia si articola subito attorno diverse esperienze che trovano un eccezionale fusione:

  • Don Creardo vive in una comunità che accoglie i giovani operai in un fabbricato, ora demolito, nella zona delle tre fontane
  • Jacchetti raccoglie un gruppo di giovani per l’assistenza ai malati; il recapito spirituale è padre Raffaele a Piuanello di Modena.
  • Don Remigio Ruggerini è il primo curato sostituito poi da Don Pietro Pattacini, che per primo cerca di animare le liturgie con il canto.
  • Si inizia, con molta fatica, in questo primo periodo a curare la catechesi per i fanciulli che, nella zona oltre la statale 63, è tenuta contemporaneamente per i fanciulli della parrocchia e degli Artigianelli.
    Nasce di qui una consuetudine di comunione tra i nostri ragazzi e gli Artigianelli che si concreta in un campeggio estivo comune. La responsabilità di questa esperienza è affidata don Carlo Cipolli allora presso gli Artigianelli  e alla famiglia Forte.
  • Si inizia, con molta fatica e scarsa partecipazione, il commento alle letture festive che negli anni seguenti costituirà il punto forte della catechesi globale.

Fondamentali in questo periodo sono le Sacre Rappresentazioni che direttamente o indirettamente incidono profondamente sulla formazione dei ragazzi protagonisti e dei giovani.

La lettura biblica trova il suo spazio preciso in chiesa nel pomeriggio di ogni domenica per preparare la catechesi settimanale sulle letture festive: anche nelle case alcune famiglie si rendono disponibili ad accogliere le letture bibliche.

La formazione di base dei futuri diaconi ha cui le sue origini. Sono loro e altri più giovani che conducono la lettura.

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Questo impegno settimanale spesso integrato dalla catechesi ai fanciulli, costringe gli animatori ad approfondire il loro rapporto con la scrittura, ad ampliare le loro conoscenze con i commenti dei Padri, ad assimilare quanto la Dei Verbum in quel tempo appena uscita propone alla formazione cristiana.

I più giovani attraverso l’esperienza di aiuto ai catechisti vengono, ancora adolescenti, immessi come operatori di Pastorale nel comune lavoro, come lettori, come cantori, nei servizi più umili ma soprattutto come aiuto ai catechisti per radunare i ragazzi e per accompagnarli all’eucaristia festiva.

Le case dove si accoglieva la lettura biblica, diventano sede delle lezioni di catechismo. Molti genitori accettano di accogliere i coetanei dei loro figli in casa per la lezione di catechismo e, dopo l’autorizzazione del del vescovo, anche per le celebrazioni delle Eucaristie familiari.

Questa capillarizzazione dell’attività pastorale coinvolge molti adulti dei quali alcuni diventano parte attiva di pastorale, altri si rendono appunto disponibili a fornire le sedi per l’ospitalità.

E’ chiaro che non tutti sono d’accordo su questa (forse prepotente) invasione. E qui purtroppo si misura la disponibilità delle famiglie al servizio, disponibilità non sempre prevalente tra i cattolici.

Talvolta almeno nei primi tempi, la presenza dei laici in operazioni tradizionalmente riservate al prete, crea obiezioni perplessità (soprattutto per le letture bibliche E per la partecipazione attiva alla liturgia).”

Osvaldo Piacentini

Testo manoscritto Schema per la storia dell’istituzione della Parrocchia del Preziosissimo Sangue

Senza stancarsi mai scritti di un cittadino diacono