San Giuseppe

La Parrocchia di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine nacque nel 1946. In quel tempo Responsabile pastorale era don Dino Torreggiani, aiutato da un gruppo di giovani di Azione Cattolica, tra i quali emergeva uno studente universitario di nome Alberto Altana. Si racconta che ai tempi fosse pericoloso, per un sacerdote proveniente dal centro storico, varcare il ponte San Claudio e avventurarsi per il Migliolungo: i religiosi venivano insultati per l’abito e potevano essere oggetto di gesti violenti. Nella scelta dei sacerdoti, in Curia si teneva conto del tessuto sociale, che nel caso del Villaggio Catellani era alquanto singolare (anticlericalismo, povertà, disoccupazione, analfabetismo).
Il territorio del vecchio Villaggio, ormai scomparso, intorno agli anni 1938/39, era in cura alle Suore Missionarie Francescane del Verbo Incarnato, che assistevano gli ammalati, i poveri, gli anziani, i bambini, non negando mai a nessuno il loro solerte aiuto; ogni servizio era prestato sempre con cuore e capacità.
Le suore pendolari, (da via Ferrari Bonini e da Sabbione) si recavano ogni giorno nel quartiere periferico, anche per insegnare alle ragazze un mestiere come il taglio e cucito in un locale messo a disposizione presso la scuola elementare. Questa attività fu sospesa a causa della guerra e ripresa nel 1946, anno in cui le suore ritornarono nel Villaggio per riprendere la loro missione apostolica e caritativa. In quello stesso anno fu costruita nel quartiere una piccola cappella in legno dove ogni domenica veniva celebrata la S. Messa, dando alle suore un alloggio nelle vicinanze della chiesa.
Don Alberto Altana, ordinato nel 1949, fu inviato subito presso il Villaggio Catellani, utilizzando come abitazione l’ingresso della cappella. Furono anni durissimi che misero alla prova il carisma particolare del sacerdote reggiano, che passò al freddo la sua prima notte da parroco, perchè i ragazzi del quartiere gli infransero tutti i vetri a sassate.
La chiesetta di S. Giuseppe al Migliolungo in quei primi anni consisteva in una baracca di lamiera a forma di botte.

Nel 1952 fu terminata e inaugurata la prima Chiesetta in muratura, poi divenuta Salone Parrocchiale dopo la costruzione della nuova Chiesa nel 1965.
Don Alberto si adoperò assieme alle suore, cercando contributi ovunque per aiutare i bambini e le famiglie della parrocchia. Grande anima dal cuore gentile, Don Alberto sparse in quegli anni preziosi semi in un terreno quasi incolto pacificando, restituendo dignità, infondendo fiducia a uomini che avevano perso la fede a causa di persecuzioni, divisioni ideologiche, politiche e immensa povertà di mezzi.
Subentrò a don Alberto Altana nel 1958 don Giuseppe Palazzi, che rimase parroco fino all’Ottobre 2007. Animo generoso e intraprendente, raccolse la difficile eredità di don Alberto, trovandosi davanti a problemi pastorali veramente complessi.
Negli anni successivi, è stata edificata la zona di via Compagnoni, che ha spostato in periferia un intero quartiere cittadino abbastanza malfamato: Borgo Emilio, una parte del cosiddetto “Popol Giòst”. Evidentemente le già presenti povertà morali e materiali si andarono acutizzando e la popolazione fu più che raddoppiata in pochi anni (inizio anni ’60); tuttavia, mentre il vecchio villaggio era caratterizzato da un anticlericalismo quasi generale e categorico, le nuove case popolari accoglievano anche famiglie praticanti, seppure di cultura modesta e di censo limitato.
Il nuovo parroco si lanciava nella costruzione della nuova chiesa, la cui prima pietra viene posata da monsignor Socche il 19 Marzo 1964. Don Giuseppe si mescolava agli operai, cercando di dimostrare l’affetto per il territorio a lui affidato e la vicinanza alle persone del quartiere.
Con lo stesso spirito iniziava la pastorale sportiva, costruendo un campo da calcio che lo vide anche come protagonista nelle partite.
La nuova chiesa vide la luce il 13 Giugno 1965, alla presenza del nuovo vescovo monsignor Gilberto Baroni.

Nel 1971 la Chiesa venne dotata del Campanile, con l’attuale Concerto di Campane.

Con il ripristino del diaconato permanente, voluto dal Concilio Vaticano II e fortemente caldeggiato da don Alberto Altana a livello nazionale, la parrocchia vide l’arrivo, nel 1979, del diacono Osvaldo Piacentini che contribuì a dare un forte impulso alla pastorale liturgica, all’ascolto settimanale della Parola di Dio nelle case (si istituirono diversi gruppi di “diaconie”), al canto, alla catechesi dei sacramenti, alla carità.

Ha avuto grande importanza anche il ruolo di don Alberto Camellini, parroco per 26 anni (1946-1972) a Coviolo, che ci ha donato il Crocifisso che vediamo appeso sull’altare.

Negli anni 80, con l’aumento della popolazione, si rese necessario un ampliamento della Chiesa e si decise così di costruire la Navata laterale ad Ovest.

Il 18 dicembre 1981, moriva, poco più che quarantenne, la ex superiora suor Piera Corradini, che ha diretto a lungo la scuola materna e le attività caritative delle suore nel decennio precedente: donna di grande fede e preghiera, è stata a lungo rimpianta dai bambini che ha accudito e dai poveri che ha servito con amore talvolta eroico, incurante dei pericoli e delle malattie ai quali si esponeva entrando nelle famiglie.
Alla morte del diacono Osvaldo nel 1985, arrivò in parrocchia il diacono Luciano Forte che ha promosso fortemente la pastorale vocazionale, tanto da raccogliere ben presto i frutti in tre giovani sposi: Mauro Fortelli, Carlo Menozzi e Marino Gallo, ordinati diaconi nel 1992 dal vescovo Paolo Gibertini e il diacono Giuseppe Piacentini, eletto in parrocchia ed ordinato in Ghiara qualche anno dopo.
Tappa fondamentale della nostra parrocchia fu la posa della prima pietra, il 1° maggio 1997, della Casa della Carità “Beata Vergine della Ghiara” promessa al santo Padre Giovanni Paolo II dai Parroci del Vicariato cittadino, in occasione della sua visita alla diocesi del giugno 1988. La Casa è stata inaugurata per la festa di Cristo Re del 1999 dal Vescovo Adriano Caprioli.

Aumentando ancora la popolazione, nel 2002 venne costruita un’altra Navata, ad Est e nello stesso tempo venne alterata la Linea Architettonica originale, dando a tutto l’edificio una nuova Linea Armoniosa di carattere “Neo-Romanico”, con l’innalzamento della Navata Centrale e la nuova Facciata.

Nel 2005 venne conclusa l’opera di ristrutturazione, che previde anche l’innalzamento del Campanile con una nuova Cuspide dello stesso Stile “Neo-Romanico”.
Il 18 Ottobre 2007 ha fatto il suo ingresso in San Giuseppe il nuovo parroco don Umberto Iotti, che ha assunto il ruolo di moderatore della nuova unità pastorale di San Giuseppe-Coviolo, insieme a don Paolo Bizzocchi.

Nel settembre 2009 è arrivato don Giordano Goccini che cura in particcolare la Pastorale Giovanile della parrocchia.
Lascia la parrocchia don Giordano che assume il ruolo di Direttore diocesano dell’Ufficio di Pastorale Giovanile dopo circa un anno dal suo insediamento tra noi.

A Luglio 2012 grazie a don Umberto, cominciano i lavori di ristrutturazione e adeguamento della Scuola Materna, ultimati con la relativa inaugurazione nel Gennaio 2014.

Nel settembre 2012 si forma la nuova unità pastorale, con la Parrocchia dell’Immacolata Concezione.
Nel settembre 2013, per volere del nuovo Vescovo Massimo Camisasca, Don Umberto lascia la Parrocchia per trasferirsi in quella di Baiso, mentre Don Angelo Orlandini (parroco dell’Immacolata) diventa il nuovo Parroco dell’Unità Pastorale che prende il nome di “Casa di Nazareth”, coadiuvato da Don Matteo Bondavalli (nuovo Vicerettore del Seminario) in aiuto festivo e Don Giuseppe Palazzi come collaboratore pastorale.

Sabato 24 Maggio 2014 si è svolto presso la nostra chiesa, il funerale di Don Lorenzo Braglia che ha servito la nostra Parrocchia per 25 anni.